Non vi è abuso di ufficio se l’assistente sociale ritarda la notifica d’inserimento del minore in comunità

Non vi è abuso di ufficio se l’assistente sociale ritarda la notifica del decreto d’inserimento del minore in comunità – Cass. Pen., Sez. VI, sent., 3 gennaio 2023, n. 42.

In tema di abuso d’ufficio, l’intenzionalità del dolo di vantaggio o di danno altrui è esclusa, pur in presenza di un concorrente scopo in tal senso, qualora il perseguimento del pubblico interesse sia l’obiettivo principale dell’agente. Esclusa la sussistenza dell’elemento psicologico nell’ipotesi in cui l’assistente sociale, nell’ interesse del minore ed al fine di dar esecuzione all’ordine di collocamento in comunità soltanto dopo l’individuazione di un’adeguata struttura disponibile, abbia impedito la notifica del decreto d’inserimento del minore in comunità, ritenendo in tal modo di limitare eventuali ingerenze della madre idonee a creare una turbativa del figlio, e abbia informato il Tribunale dei minori.

Nel caso in esame, gli addebiti mossi ad una psicologa e a due assistenti sociali in servizio presso un consultorio familiare erano di aver evitato la notifica, da parte della polizia, del provvedimento del Tribunale per i minorenni che disponeva la collocazione di un minore in una comunità terapeutica, nonchè di aver consentito incontri non protetti tra il bambino e suo padre in difformità di quanto disposto da quel Tribunale con il medesimo provvedimento.